Il territorio

La coltura dell’olivo interessa attualmente l’85% del territorio regionale, per un patrimonio di oltre 5 milioni di piante, distribuite sia su territorio montano che collinare.
La coltivazione è concentrata in cinque ampie aree, che si differenziano per caratteristiche climatiche e per la presenza di cultivar autoctone (ad oggi ne sono state recuperate e riconosciute 30 dall’Università della Basilicata):
Area delle colline Materane: temperature medie annue abbastanza calde (16° C ca), nel periodo invernale raramente si scende sotto lo 0°C e sono scarse le gelate primaverili. A periodi di elevata piovosità si alternano lunghi periodi di siccità.
In questo territorio (misto tra collinare e pianeggiante) la cultivar più diffusa è l’OGLIAROLA DEL BRADANO, che dà un olio di ottima qualità, fruttato intenso, con uan presenza rilevante ma equilibrata di dolce e piccante e buon amaro.
Area del Melandro:  compresa nella provincia di Potenza, è l’area più piccola e copre il territorio tra Picerno e la contigua provincia di Salerno. Le temoerature medie sono un pochino più basse rispetto al Materese (12,8 °C), con inverni rigidi ed estati calde.
In questo territorio, dal suolo tendenzialmente alcalino, la varietà più diffusa è la ROMANELLA: la sua resa è molto alta, per questo viene utilizzata principalmente per la produzione di un olio fruttato medio-leggero, molto apprezzato fuori dalla regione.
Area del Vulture: si tratta dell’area più importante, si estende dall’Appennino meridionale fino alle pianure pugliesi e vede nelle vite e nell’ulivo le sue coltivazioni principali. Si produce qui uno tra i vini più rinomati , l’Aglianico del Vulture, e olii di eccellente qualità, estremamente rappresentativi del territorio.
Il clima anche qui è di tipo continentale, con inverni molto freddi e brevi periodi di aridità concentrati nei mesi di luglio e agosto.
Il terreno è molto ricco: di origine vulcanica, è particolarmente adatto alla vite, all’ulivo e al castagno. Nel sottosuolo acque minerali rinomate in Italia e all’estero.
Le cultivar di oliva più diffuse sono l’OGLIAROLA DEL VULTURE-destinata non solo alla produzione di un ottimo olio medio-fruttato, ma anche al consumo diretto dei frutti previa essiccazione – e la CIMA DI MELFI, da cui si ricava un olio ad alto contenuto di acido oleico, fruttato, con sapore di amaro e piccante, etremamente meritevole di essere più valorizzato.
Area del Pollino: immersa nel parco del Pollino, quest’area racchiude ben tre aree acquatiche: il fiume Sinni, il torrente Serropotamo e il fiume Sarmento. Gli inverni sono freddi (si scende fino a -7°C) e le estati torride.
Convivono in questo territorio aree collinari e montuose, altipiani e pianori; i suoli sono sabbiosi, particolarmente carenti in materia organica. Qui troviamo la cultivar più antica, la FARESANA,  molto produttiva e versatile, si usa non solo per l’olio ma anche per il consumo dei frutti (essiccazione o salamoia, all’uso greco).
Area del Medio Agri-Basento: situata nella parte centro-meridionale della regione, nelle zone intorno a Ferrandina, è attraversato dai fiumi Basento e Agri ed è caratterizzata da un assetto geomorfologico instabile, a causa dell’erosione dei versanti calanchivi. La varietà qui più diffusa è la MAIATICA DI FERRANDINA, pianta molto produttiva, di maturazione tardiva, con una produzione annua di circa 70.000 q.,  il 5% dei quali è destinato al consumo diretto come olive infornate. L’olio che se ne ricava è destinato con successo anche alla commercializzazione al di fuori della regione.

*Fonte: http://www.colturaecultura.it/capitolo/olivo-basilicata